Il Gran Sasso ed in particolare il suo ghiacciaio il Calderone, il corpo glaciale più meridionale di europa, è in questi giorni oggetto di studio da parte del CNR Istituto di Scienze Polari. Lo studio è finalizzato a reperire informazioni sul clima e l’ambiente nel passato proprio grazie ad un indagine geofisica che ci restituirà tale memoria ambientale. Ecco nel dettaglio di cosa si tratta.
Il Gran Sasso nel progetto internazionale ICE MEMORY
Tutto prende origine dal progetto internazionale ICE Memory finanziato tra gli altri dal Ministero dell’Università e della Ricerca (MUR) e coordinato dal CNR Istituto di Scienze Polari ed in particolare dal direttore prof. Carlo Barbante e dal dott. Jacopo Gabrieli. Progetto riconosciuto e patrocinato anche dall’UNESCO che ha l’obiettivo di perforare i ghiacciai di montagna più significativi del mondo attulmente a rischio di scomparsa.
I campioni così prelevati avranno poi una casa veramente speciale per preservane l’integrità ed essere conservati nel miglior modo possibile. In Antartide, nel posto più freddo del pianeta, saranno conservati nella base italo-francese di Concordia a più di 3200 mt di altitudine, il congelatore più affidabile e naturale al mondo!
La parte italiana del progetto internazionale ICE Memory prevede la perforazione di cinque ghiacciai rappresentativi dei diversi climi nazionali:
Due giacciai delle Alpi Orientali:
- Marmolada
- Montasio
L’utimo ghiacciaio rimasto nell’Appennino
- Calderone Gran Sasso D’Italia
Due ghiacciai d’alta quota delle Alpi Occidentali
- Grand Combin
- Monte Rosa
Mentre quindi una carota di ghiaccio verrà trasferita in antartide, un’altra verrà analizzata per determinare i principali parametri chimici, fisici e isotopici.
Salviamo la memoria del Gran Sasso
Ed è proprio in questi giorni, 13 e 14 Marzo 2022, che il Team di ricercatori del CNR e dell’Università Ca’ Foscari di Venezia in collaborazione con i colleghi dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia INGV, dell’ Università di Padova e della società Engeoneering Srls sono arrivati sul Calderone per svolgere le indagini geofisiche, con georadar ed elettromagnetometro, e topografiche. Il tutto si è reso possibile grazie anche alla collaborazione del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco che ha partecipato con il supporto di un elicottero e personale specializzato.
La successiva missione, quella di carotaggio vero e proprio è prevista per aprile è vedrà anche la collaborazione del Comune di Pietracamela, il Club Alpino Italiano con il Rifuggio Franchetti.
Il Calderone a 2600mt di quota è il corpo glaciale più meridionale d’europa ed è l’unico degli appennini. Ogni anno perde un metro di spessore che nei punti più profondi arriva a 25-30mt. Il suo ghiaccio potrebbe raccontare la storia climatica e ambientale dell’Italia centrale! Ma in che condizioni si trova il ghiaccio? gli strati accumulati nei secoli sono ancora al loro posto o sono stati mescolati dalla fusione?
Se le carote di ghiaccio risulteranno pertanto un archivio perfettamente conservato potranno’ ambire ad essere conservate nel santuario dei ghiacciai in Antardite e rimanere così a disposizione delle future generazioni di scienziati anche quando il ghiacciao sarà definitivamente scomparso.
CNR News: https://www.cnr.it/it/news/10991